Con il termine ovodonazione si intende comunemente la tecnica di fecondazione assistita, di tipo eterologo, femminile, che prevede il ricorso alla donazione di ovociti da una donna ad un’altra.
È stimato che, tra le pazienti con problemi di infertilità, almeno una su cinque fa ricorso alla donazione degli ovociti pur di diventare mamma. Questa tecnica di procreazione assistita, infatti, rappresenta, in alcuni casi, l’ultimo step del percorso della sterilità di coppia.
Alcune coppie dopo aver effettuato esami approfonditi ed interventi terapeutici specifici, con esito negativo, decidono di intraprendere il percorso dell’ovodonazione.
In genere si ricorre alla donazione degli ovociti nei casi di esaurimento della funzione ovarica, di menopausa precoce, fisiologica o post chirurgica, post chemioterapia.
Molto importante e delicata è la scelta della donatrice. Le donatrici devono effettuare esami specifici di screening per escludere patologie infettive e genetiche. Vengono selezionate in modo attento, in base all’età (in media hanno intorno ai 25 anni), all’anamnesi familiare approfondita (per assicurarsi dell’assenza di malattie ereditarie e genetiche o patologie infettive) ed alla compatibilità dei gruppi sanguigni. È , inoltre, anche auspicabile che ci sia una corrispondenza fisica tra la futura mamma e la donatrice.
È ovvio che per una coppia con questo tipo di esigenza, data la delicatezza della situazione, è di fondamentale importanza volersi rivolgere a centri che siano in grado di fornire un servizio di alta qualità e professionalità e che siano in grado di fornire informazioni dettagliate sulle indagini di screening eseguite sulle donatrici e sulle percentuali di successo della tecnica.
È, infatti, su queste basi che è possibile scegliere i migliori professionisti a cui affidarsi per poter ridurre al minimo le difficoltà.